mercoledì, maggio 09, 2018

Brahms e Čajkovskij

Da Brahms e Tchaikovsky di Guido Zaccagnini

“La nostra confusione è tuttavia preferibile alla penosa fiacchezza camuffata da seria creatività di Brahms e di altri compositori simili. Essi si estenuano senza speranza. Pieni di pretese di essere profondi senza una vera profondità.”

“Il concerto per violino di Brahms mi è piaciuta poco. Come tutto il resto che ha scritto.
Prendiamo per esempio l’inizio del concerto. È bello come introduzione, è un ottimo piedistallo per le colonne. Ma le colonne non ci sono. E subito dopo un piedistallo ne segue un altro. Intendo dire che la musica di Brahms non esprime mai niente. E se esprime qualcosa non finisce di esprimerla.
La sua musica è costituita da brandelli di qualcosa incollati fra loro artificialmente. ... È come se il compositore si fosse prefisso il compito specifico di apparire incomprensibile e profondo. Sembra divertirsi a canzonare le nostre sensibilità musicali. Quando ascolti la sua musica ti domandi: Brahms è profondo o sta solo tentando di nascondere la sua povertà di invenzione con un’imitazione della profondità?”

Pëtr Il’ič Čajkovskij

Adesso ho un’idea della ragione per cui il nostro direttore, brahmsiano fino al midollo, non ci faccia mai suonare musiche di Čajkovskij.
E aggiungo che, sommessamente, mi trovo abbastanza vicino al giudizio di Čajkovskij.

Nessun commento: