mercoledì, aprile 20, 2016

Sono il cittadino medio di facebook? (gradi di separazione)

Il nostro più amato socialcoso mi fa sapere che, con i miei 3,37 gradi medi di separazione da tutti gli altri utenti di facebook mi avvicino molto alla media globale dei  3,57 gradi di separazione.

Ho l'impressione che i miei 3,37 gradi si trovino molto vicini al massimo della curva.
Che conclusioni dovrei trarne?

domenica, aprile 17, 2016

De Africa - Ernesto Ragazzoni

Visto che eminenti intellettuali sostengono che imparare poesie a memoria sia cosa buona e giusta io mi sto cimentando con questa. Se qualcuno fosse interessato a ingaggiarmi per una declamazione pubblica o privata mi faccia sapere.

De Africa - Ernesto Ragazzoni



Vi dirò dunque dell’Affrica,
la qual Affrica è il paese
dove sta il senegalese,
l’ottentotto ed il niam-niam;
ed ha un clima così torrido
che, pel sole e i gran calori,
tutti i neri sono mori
ed in più, figli di Càm.

Gli abitanti — detti indigeni —
così in uggia han panni e gonne
che, sì uomini che donne,
vanno nudi, o giù di lì;
ed han gusti così semplici
che, talor, se è necessario,
mangian anche il missionario
che li accolse e convertì.

Pur ve n’ebbero, di celebri
affricani, e di cartello:
Amonasro, il moro Otello,
la regina Taïtù,
e fra tutti memorabile
quel Scipione l’Affricano
così detto, perché un sano,
vero e buon romano fu.

Fattispecie di triangolo
con la punta volta in basso,
mezzo arena e mezzo sasso
e padul l’altra metà
(tre metà?), caos di polvere
con dentro iridi di fiori,
tale è l’Affrica, o signori,
nella sua complessità.

L’Ibi, il tropico del Canchero
l’equatore, l’Amba rasa
sono là come di casa,
con il ghibli, il Congo, Assab;
col cammello, con il dattero
e la tanto celebrata
adamonia digitata,
che sarebbe il baobab.

Sono là. E là — tartufolo
minerale — c’è il diamante,
c’è la pulce penetrante,
e la ria mosca tsè-tsè.
Ed è là che a volte càpita
di veder, tra arbusto e arbusto,
quel pulcino d’alto fusto
che lo struzzo è detto... ed è.

Ma la cosa che c’è in Affrica
e più merita attenzione
è il terribile leone,
ruggibondo e divorier.
Non è ver che di proposito
sia malevolo e cattivo,
ha un carattere un po’ vivo,
e va in bestia volentier.

Ed allora, Dio ne liberi
incontrarlo per la strada!
Se per lì non ci si bada
si finisce entro il leon.
Affamato, quei vi stritola
vi trangugia a larghe falde
poi, tra ciuffi d’erbe calde,
digerito vi depon.

Sono cose che succedono.
Ma l’ardito cacciatore
col fucil vendicatore
spaccia il mostro — e come no!
Urli, spari, capitomboli!
Crolla il re della foresta.
Alla sera... Allah! gran festa
di tam-tam e di falò.

Viva l’Affrica ed il semplice
suo figliolo, l’affricano.
Non ancora buon cristiano
veramente come va;
un po’ lesto di mandibola,
un po’ lento nel lavarsi,
coi capelli crespi ed arsi,
... ma... speriamo... si farà.

Già, pel bianco nostro merito
ei, selvaggio ebano ignavo
si piegò, percosso e schiavo,
nella pelle del zio Tom,
ed — onore per lui inclito —
importato or ora in Francia
s’ebbe a far bucar la pancia
sulla Marna e sulla Sòm.

Benvenuto dal tuo Senegal,
fratel nero, e dal Sahara;
dalla tua contrada avara
benvenuto a crepar qui.
Vien! L’Europa qui ti prodiga
(giù la barbara zagaglia!)
la civile sua mitraglia
che già tanto suol nutrì!

Ti vogliamo eroe... Rallegrati.
Pur, se mai, ti si dà il caso
che tu porti fuori il naso
da quest’orgia, o almeno un piè,
quando torni ai tuoi, ricòrdati:
(quando là sarai tranquillo)
— Tante cose al coccodrillo,
per mio conto, e al cimpanzè!

giovedì, aprile 14, 2016

Carnevale della Matematica #96 - Il futuro delle previsioni

L'edizione di aprile del Carnevale della Matematica, la numero 96, è ospitata da Roberto Natalini su maddmaths e il tema è quello del "Mese della Consapevolezza Matematica": Il futuro delle previsioni.
Io ho contribuito con la cellula melodica...



...e con due articoletti fuori tema così introdotti:

 Dioniso Dionisi per Pitagora e dintorni ci scrive. "Molto gentilmente la professoressa di matematica mi ha fatto trovare la situazione ideale per predisporre la lezione: aula vuota con chitarra, tastiera elettronica e proiettore. Quando gli studenti sono entrati tutto era stato sistemato. E già dopo la mia prima domanda per loro ho capito che non c'era motivo di temere la reazione che tra tutte quelle possibili più mi preoccupava... Una mia lezione su musica e numeri." E ancora: "Statista ci fornisce i dati sul terrorismo nel mondo tra il 2001 e il 2014 e attraverso gli anni in Europa. Che conclusioni se ne possono trarre? Credo che nella paura di oggi ci sia sicuramente una componente molto mediatica. Però credo pure che rispetto al terrorismo del passato ci sia pure una differenza che rende quello di oggi più imprevedibile, difficile da combattere e quindi più spaventoso. E cioè... I numeri sul terrorismo nel mondo e attraverso gli anni."

Il mese prossimo l'edizione numero 97 del 14 maggio 2016 (“sul pino”) verrà ospitata da Zar su proooof e il tema è ancora incognito.

Calendario con le date delle prossime edizioni del Carnevale
Pagina del Carnevale su Facebook

lunedì, aprile 04, 2016

La sagra della primavera: "The rite of spring" o "The riot of spring"?

Quale giorno migliore del primo aprile per andare a La sagra della primavera?

Avevo capito che non si trattasse semplicemente di una nuova coreografia sulle note di Igor Stravinsky ma non mi aspettavo neppure che fosse in realtà un balletto sul balletto. O un metaballetto, come direbbe qualcuno. L'ho capito quando il giovane studente ci ha magistralmente introdotto il pezzo. Il tema era cioè la prima assoluta del balletto tenutasi il 29 maggio 1913 al Théâtre des Champs-Élysées. Teatro che era stato inaugurato il 2 aprile dello stesso anno. Ma il 29 maggio l'opera generò una vera e propria rivolta tra il pubblico, forse anche per la musica troppo d'avanguardia per i tempi, ma principalmente a causa della singolare coreografia di Nižinskij, che potrete vedere ricostruita nel video di chiusura.
E il giovane studente ci ha anche spiegato il gioco di parole nel titolo: "The riot of spring" invece dell'originale "The rite of spring". Ma come avevo fatto a non accorgermene! Pensavo di assistere a La sagra della primavera e invece avrei assistito a La rivolta della primavera!

Il balletto comprendeva poi anche una prima parte dedicata a Coco Chanel: Das kleine Schwarze (il tubino). Bella, sì, ma la seconda ("The riot of spring" per l'appunto) è stata spettacolare.
Mi sono emozionato come in poche altre occasioni di fronte a un'opera musicale, fino a essere attraversato dai brividi e a sviluppare un'ammirazione sconfinata per l'orchestra e gli orchestrali. Tra l'altro ho anche scoperto che il direttore d'orchestra era un italiano: Daniele Squeo.

Sono tutt'altro che un esperto di balletto, ma anche la coreografia mi è piaciuta molto. E includeva anche una divertente sorpresa. Una riflessione che mi ha suscitato questa rivisitazione coreografica è che forse nell'ambito della coreografia le rivisitazioni sceniche funzionano molto meglio rispetto a quelle, molto di moda qui, effettuate nell'ambito dell'opera. Ovviamente, il balletto, a differenza dell'opera, non è sottoposto ai vincoli di un testo. Ma, stranamente, alcuni registi d'opera sembrano ignorare il fatto.

Ricercando un po' ho anche trovato questo ottimo video che mostra la partitura de La sagra della primavera durante l'esecuzione del pezzo. Da notare come in alcuni momenti il metro cambi ad ogni battuta: 3/4, 6/8, 2/4, 6/8, 3/4, 9/8,...3/16, 2/16, 2/8; a mostrare la particolarità di questo pezzo in cui Stravinsky, forse per la prima volta nella musica occidentale, usa il ritmo, ma anche il timbro (lo si capisce subito dalla tessitura singolarmente acuta dell'assolo iniziale del fagotto ma anche dagli accostamenti e dagli incisi melodici che attraversano varie aree timbriche), con pari dignità rispetto agli altri due elementi espressivi che avevano da sempre predominato l'espressione musicale occidentale: l'armonia e la melodia.
Qui, invece, ci sono anche delle interviste ad alcuni ballerini che ballarono alla prima, tra cui anche alla vergine che dice: "it was so exhausting that when I collapsed at the end I collapsed really and truly!"

Comunque sembra che, oltre al pubblico, le coreografie di Nijinsky, ricostruite nel video sottostante, non piacquero molto neppure a Stravinsky. E questo lo si evince anche dalla registrazione di un'intervista al compositore che ci hanno fatto ascoltare all'inizio del balletto.