martedì, dicembre 29, 2015

In America si mangia male?

Oggi propongo degli stralci di questo articolo segnalatomi tempo fa da Zucchero: In America si mangia bene, ma agli italiani piacciono le schifezze. Molte delle osservazioni coincidono con mie osservazioni personali frutto di molti anni di brevi viaggi verso diversi stati della costa orientale degli USA.

"«In America si mangia male». No. In America si può mangiare male più facilmente che in altre parti del mondo, ma, soprattutto ultimamente, è anche facile mangiare benissimo. Cosa che «Tutti dovrebbero avere la coscienza di fare» ... Se provate a chiedere a dieci turisti italiani che hanno visitato New York per una decina di giorni, alloggiando a Midtown Manhattan, possibilmente nei pressi dell'Empire State Building, dove hanno mangiato, vi risponderanno nell'ordine: dai carrettini degli hot dog, da McDonald's, da Sbarro o Domino's, da Starbucks, da Pret-A-Manger. I più scellerati si saranno spostati fino al Village per assaggiare qualche specialità pseudo-italiana come le fettuccine Alfredo o i famigerati spaghetti and meatballs, di cui finiranno per lamentarsi sonoramente a ogni resoconto della vacanza. ...
Detto questo, limitarsi alle catene nell'esperienza culinaria newyorchese non è soltanto miope, ma è anche molto stupido. New York è, per sua costituzione, crocevia e punto di contatto per centinaia di culture diverse. Non è difficile immaginare come sia diventata uno degli apici della cucina mondiale. Una specie di Expo permanente per tutti i tipi di gusti e di tradizioni, ai massimi livelli — che non significa escludere i livelli infimi, ma semplicemente rende meno necessario occuparsene. Lo chef, documentarista e produttore televisivo Anthony Bourdain, nato a Brooklyn, una volta ha detto: «New York è un campionario perfetto di tutto quello che può essere interessante assaggiare nel mondo. Lecito o illecito, salutare o malsano, grasso, magro, verde o grondante sangue. Basta avere la pazienza di mettersi a cercare». È vero. E camminando su e giù per la sola Manhattan dovrebbe apparire abbastanza chiaro il livello di varietà con cui si ha a che fare."

martedì, dicembre 22, 2015

Valutazioni del sistema sanitario italiano: una tabella riassuntiva

Viste le interessanti obiezioni poste da Andrea al mio precedente articoletto, Sistema sanitario italiano tra i primi al mondo, ho pensato di fare un po’ di ordine tra le sue affermazioni e le mie affermazioni includendo la fonte; commenti utili per stabilire la credibilità; i parametri usati (per quanto possibile) e qualche mio commento.
Poi, ognuno tragga le proprie conclusioni.

Affermazione
Fonte
Credibilità supposta
Parametri
Miei commenti
Sistema sanitario italiano 3° al mondo nel 2014
Multinazionale nel settore dei mass media con sede a New York e filiali in tutto il mondo. Nel corso degli anni Bloomberg è cresciuta creando un servizio mondiale di news, che comprende TV, agenzia stampa, radio, internet e pubblicazioni editoriali.
Efficienza (Each country was ranked on three criteria: life expectancy (weighted 60%), relative per capita cost of health care (30%); and absolute per capita cost of health care (10%).)

Sistema sanitario italiano 2° al mondo nel 2000
Agenzia speciale dell'ONU per la salute. Obiettivo: raggiungimento da parte di tutte le popolazioni del livello più alto possibile di salute.
Health (Level and Distribution), Responsiveness, Fairness in financial contribution, Overall goal attainment, Health expenditure
per capita
Dettagli da pagina 143 in poi del Full report. Per numero e accuratezza dei parametri questo studio mi pare il più completo. L'unico problema è che risale a 15 anni fa.
Mortalità infantile: USA 6,2; Cuba 4,7; Germania 3,5; Italia 3,3 - 2013
Sono abbastanza autoreferenziali. Non si trovano molte informazioni su di loro.
Mortalità infantile (probabilmente è il rapporto tra il numero dei bambini morti entro il primo anno di vita e il numero dei bambini nati vivi nello stesso anno, moltiplicato per mille)
I numeri, approssimati al primo decimale, sembrano confermare quello che dicevo: Cuba si trova davanti agli USA e l’Italia è tra i paesi europei con mortalità infantile più bassa.
Sanità italiana al 22° posto in Europa - 2014
Swedish company comparing healthcare throughout Europe, it produces the Euro health consumer index and other indexes comparing healthcare. Created in 2004 by its founder and owner Johan Hjertqvist.
Patient rights and
Information; Waiting times; Outcomes; Range and reach of services provided; Prevention; Pharmaceuticals
Dettagli da pagina 60 in poi del report. Scorrendolo velocemente mi pare che, a parte il parametro Outcomes, che sembra basato prevalentemente su dati oggettivi, gli altri parametri siano il risultato di questionari e quindi abbiano una forte componente soggettiva. Quindi mi verrebbe da osservare che quella classifica misuri più la percezione del proprio sistema sanitario da parte dei cittadini.

mercoledì, dicembre 16, 2015

Sistema sanitario italiano tra i primi al mondo

Sicuramente ci saranno anche molti problemi ma (e soprattutto grazie al sistema pubblico) è pur vero che...

1. Nella lista dei sistemi sanitari più efficienti del mondo del 2014 l'Italia risulta terza.


2. Nel 2000 il sistema sanitario italiano è stato classificato come il secondo migliore al mondo dopo la Francia dall'Organizzazione mondiale della sanità,

Fonte: OMS World Health Report - I dettagli sono a pagina 200 del Full report (pdf, 1.73Mb) ma di seguito ne ho riportato un estratto.
Nota: L'ultima classifica dei sistemi sanitari del mondo è stato prodotta dell'OMS nel 2000. La classifica non viene più prodotta a causa della complessità del lavoro richiesto.

    Rank   Country 
     
    1         France
    2         Italy
    3         San Marino
    4         Andorra
    5         Malta
    6         Singapore
    7         Spain
    8         Oman
    9         Austria
    10        Japan
    11        Norway
    12        Portugal
    13        Monaco
    14        Greece
    15        Iceland
    16        Luxembourg
    17        Netherlands
    18        United  Kingdom
    19        Ireland
    20        Switzerland
    21        Belgium
    22        Colombia
    23        Sweden
    24        Cyprus
    25        Germany
    

3. Dato ribadito anche dalla pagina inglese di Wikipedia sul sistema sanitario italiano

La spesa sanitaria in Italia ha rappresentato il 9,2% del PIL nel 2012 (circa 3.200 $ pro capite e circa il 77% di essa è stata coperta con denaro pubblico). Il dato è leggermente inferiore alla media (9,3%) nei paesi OCSE.
Nel 2000 il sistema sanitario italiano è stato classificato come il secondo migliore al mondo dopo la Francia dall'Organizzazione mondiale della sanità, e secondo il CIA World Factbook, l'Italia è all'undicesimo posto nella classifica relativa all'aspettativa di vita. Grazie al suo buon sistema sanitario, l'aspettativa di vita in Italia era di 82,3 anni nel 2012: più di due anni al di sopra della media OCSE.


Ecco, se dovesse capitarci di parlarne, soprattutto con amici/colleghi e conoscenti stranieri, ricordiamoci anche di questi dati.

Ne hanno parlato oggi a Tutta la città ne parla.

venerdì, dicembre 11, 2015

Sistema bancario tedesco, obbligazioni subordinate e Banca Etica



Tonia Mastrobuoni a Tutta La Citta' Ne Parla​: La Germania è tra i paesi europei più ipocriti e corrotti in fatto di finanza bancaria: Commerzbank parzialmente nazionalizzata e Deutsche Bank coinvolta in alcuni dei peggiori scandali finanziari; ultimo dei quali: pare sia riuscita ad aggirare anche le sanzioni contro Putin.




E, per quanto riguarda il recente discorso delle obbligazioni subordinate, mi è venuto da pensare che ho fatto proprio bene a scegliere Banca Etica. Oltre a essere più al sicuro da tali raggiri finanziari, credo anche di minimizzare il contributo che le mie piccole finanze danno alle enormi finanze di affari eticamente discutibili e di massimizzare invece il contributo speso in progetti con scopi vicini ai miei principi etici.


lunedì, dicembre 07, 2015

New York 7: Blue Note, partenza, Stockbridge e Pittsfeld (Massachusetts)

Giovedì 11 giugno 2015

Oggi è una giornata senza programmi precisi e ci svegliamo più tardi. Viste le temperature sempre più calde e considerando che avremmo camminato di meno, decido di indossare i sandali per la prima volta nella stagione. Ma dopo qualche centinaio di metri sono già sofferente.
Giunti all'Hard Rock cafe sulla settima Avenue, che A. voleva visitare per degli acquisti, io ne approfitto e, separandomi dal gruppo, vado a cercare una farmacia dove poter acquistare i cerotti per il piede. Ne trovo una gigantesca e, dopo aver girovagato per i vari piani riesco infine a trovare gli agognati cerotti. E quindi uscendo assisto a una scena di violenza un po' inquietante tra un gruppo di "artisti di strada" neri e un tipo che si guadagna da vivere vestendosi da Elvis e facendosi fotografare dai turisti. Dopo un bisticcio su una probabile questione di occupazione di spazi, vedo uno dei giovani del gruppo che insegue Elvis mentre questi si allontana e impreca timidamente e sordianamente sperando che il giovane inseguitore desista. Ma il giovane persiste e, nonostante il passaggio di due poliziotti e dopo essersi assicurato che questi siano sufficientemente lontani, raggiunge Elvis e lo colpisce facendolo urtare contro una panchina metallica e fracassare al suolo.
Proseguiamo con alcuni acquisti di vestiario.
Assistito da un commesso italiano mi compro pantaloni e polo (dovrò pur presentarmi vestito decentemente al Blue Note). E dopo un altro po' di girovagare ci dirigiamo verso il Blue Note.
Il concerto è del soprano Kathleen Battle che io non conoscevo. Pare che abbia avuto una celebre carriera di cantante d'opera ma, a mio modesto parere, la prestazione di stasera è piuttosto deludente. Non so se fosse una questione di età, se fosse il fatto che il jazz non è cosa sua o se fosse semplicemente una questione di gusti.







Venerdì 12 giugno 2015

Oggi dovremo incamminarci per il viaggio che ci porterà verso gli stati del Nord Est. Partiamo separatamente per andare all'aeroporto JFK a prendere la macchina noleggiata: io, G e A in taxi e D e Zucchero in metro. G ha più esperienza in fatto di cambi automatici e quindi parte lui con la staffetta di guida mentre io mi occupo del navigatore. Dopo un po' di chilometri prendiamo una direzione sbagliata e siamo quindi costretti a uscire nel Bronx. Mentre proviamo a ricalcolare la strada A si accorge che invece di inserire Stockbridge nel Massachusetts (la nostra meta) avevo sì inserito Stockbridge, ma senza cambiare stato. E cioè Stockbridge dello stato di New York. Quindi, grazie alla quattordicenne del gruppo, ci risparmiamo la deviazione di circa 400 km con annesse imprecazioni. E poi lamentiamoci dei giovani! In ogni caso, se non avessimo preso quella direzione sbagliata forse non ci saremmo accorti dell'altro errore. Non tutti i mali vengono per nuocere, no?!

Giunti Stockbridge nel Massachusetts pranziamo nel primo ristorante che troviamo. Dovrebbe proporre specialità locali ma, a parte la solita aria condizionata ibernante, non ci lascia impressioni degne di nota.


E, complessivamente, Stockbridge non ci entusiasma: è un piccolo centro con case di legno del periodo o di stile coloniale, molte delle quali hanno l'ingresso sormontato da un porticato sorretto da due o più colonne.

In serata arriviamo a Pittsfeld, il luogo della nostra tappa notturna. Lì, persi un po' nell'indecisione dei vari componenti del gruppo, girovaghiamo un po' per decidere dove mangiare. Vista l'indecisione, D decide di risolvere il suo bisogno primario prendendosi un gelato in un chioschetto. La ragazza che la serve ci chiede se siamo italiani e poi ci dice di avere il padre calabrese e che spesso vanno a trovare la nonna in Calabria ma, ciononostante, lei non parla una parola d'italiano. I suoi capelli biondi e i suoi occhi azzurri mi fanno pensare o a un'ascendenza calabro-normanna o, più probabilmente, a un'ascendenza nordeuropea da parte materna.
Il momento di indecisione non è ancora risolto. E, trovandoci a passare davanti a un locale che sembra di buona qualità, G e io cerchiamo di risolverlo entrando nel locale. Ma nessuno ci segue. Quando stanno arrivando i nostri due antipasti di polpo, il cui arrivo è ritardato da alcuni malintesi per risolvere i quali dobbiamo discutere con diversi livelli della gerarchia camerieresca, sopraggiunge anche A, probabilmente spinta dai morsi della fame, che vuole ordinare lo stesso piatto anche lei ma con qualche piccola variazione. A questo punto pare che sia inevitabile una nuova discussione con nuovi malintesi e - non riesco bene a capire perché - un nuovo coinvolgimento della gerarchia per spiegare le piccole variazioni. E così da cameriere semplice a cameriere capo, fino al responsabile di sala riusciamo a ottenere le nostre piccole variazioni. Ora io mi rendo conto di non parlare propriamente l'inglese di Boston ma in nessun altro ristorante abbiamo avuto problemi simili. Comunque, nonostante l'inconsueta scortesia di uno dei membri della gerarchia, alla fine il polpo è cucinato con molto gusto e ce lo godiamo accompagnandolo con un buon bicchiere di vino bianco. E, ovviamente, non lasciamo la mancia.