giovedì, settembre 17, 2015

New York 6: Central Park e Metropolitan Museum of Art

Mercoledì 10 giugno 2015

Oggi ci dedichiamo al Central Park partendo dal Metropolitan Museum of Art.


Mi chiedo se esista un altro museo al mondo dove si possano trovare templi greci, templi egizi e corti spagnole ricostruiti con pezzi originali e in dimensioni originali.

E c'è anche lo studiolo di Federico da Montefeltro, quello originale! La cui copia noi avevamo visto a Gubbio: nel luogo originale!

Vedendo tutto ciò è difficile non chiedersi come questo museo abbia potuto procurarsi tutti questi oggetti. Acquistandoli in periodi in cui ciò era possibile? E la colpa, se così la si può chiamare, è più degli acquirenti o più dei venditori?
La pagina di wikipedia ci dice che "nel 1879 lo studiolo venne acquistato dal principe Massimo Lancellotti per la sua villa di Frascati. Dopo altri passaggi di proprietà venne acquistato dal museo newyorkese nel 1939."
E poi c'è Caravaggio, Van Gogh, Klimt e chi più ne ha più ne metta.

Visitiamo anche la collezione di strumenti musicali del MET dove troviamo diversi antenati del mio amato trombone, il sassofono di Bill Clinton e un simpatico accostamento dei due estremi della famiglia dei sassofoni.


Ma oltre a quello mi meraviglio molto nel trovare anche un paio di pianoforti (o meglio, gravicembali con il piano e con il forte) di Bartolomeo Cristofori. I primi della storia, visto che per la sua ideazione della meccanica a martello, Cristofori è considerato l'inventore del pianoforte.

Per riprenderci dalla fatica della visita museale decidiamo di raggiungere G, D e A presso le rive del laghetto (cit. le cui papere non si sa dove finiscano in inverno). Ma per ritrovare la strada siamo costretti a chiedere indicazioni a una signora e questa, molto gentilmente, ci accompagna. E strada facendo ci dice:
- Ditelo a tutti che anche noi newyorkesi siamo gentili. No, perché tutti sostegno il contrario.
E, tutto sommato, credo che la signora abbia ragione. Seppur con qualche eccezione, spesso abbiamo trovato gente molto gentile e disponibile che a volte si è persino fermata spontaneamente per aiutarci perché si capiva che eravamo in difficoltà.
Lungo il percorso troviamo diversi spettacoli di strada. E, in prossimità di uno di questi, ritroviamo G, D e A. I protagonisti dello spettacolo sono cinque o sei ragazzi neri. Lo spettacolo è ben strutturato. E in seguito ci accorgeremo che si tratta in realtà di una specie di format usato in diverse città americane da questi gruppi di giovani atletici: prima, per radunare un po' di pubblico, si impegnano in una serie di balli individuali con figure hip hop molto difficili e belle da vedersi, poi scelgono quattro persone del pubblico, le allineano, preparando il campo per il saltatore di persone e, dopo un lungo gioco di declamazioni corali sincronizzate, volte a divertire e ad attrarre più pubblico (altro tormentone del viaggio diventa una di quelle frasi, rivolta a una parte più distante del pubblico: "Yo see, yo pay"), improvvisamente fanno inchinare le quattro persone e il saltatore le salta con una piroetta. È interessante la mossa di far inchinare le persone solo all'ultimo momento così forse è più probabile che nella mente dell'osservatore rimanga l'immagine delle persone non inchinate.

Vista l'importanza che il tema John Lennon ha ricoperto durante questo viaggio non possiamo esimerci dal dare uno sguardo al Dakota: l'edificio in cui visse John Lennon e dove, probabilmente Yoko Ono girò i famosi video. E neppure dallo scattarci un po' di foto seduti sul mosaico Imagine dello Strawberry Fields Memorial.

Tornando infine sulle rive del laghetto troviamo un trio jazz che suona alcuni standard. Colgo l'occasione e gli chiedo se conoscono "There will never be another you". Lo suonano a stento ma è comunque piacevole e si meritano la loro mancia.

Più tardi ci incamminiamo verso Broadway dove ci godiamo una messa in scena di Mamma Mia! Lo spettacolo è bello e gli attori-cantanti sono molto bravi. Alla fine ci siamo divertiti tutti: giovani e diversamente giovani.

P.S. Alcuni dati di confronto tra dimensioni di parchi romani e Central Park

Central Park - 341 ettari
Villa Pamphilj - 184 ettari
Villa Ada - 180 ettari
Villa Borghese - 80 ettari
Poi c'è il parco della Caffarella che mi pare ancora più grande di Villa Pamphilj, ma di cui non sono riuscito a trovare le dimensioni. Il parco della Caffarella però è incluso nel Parco regionale dell'Appia antica che è di 340 ettari ma non tutti di verde.

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