venerdì, marzo 22, 2013

Ancora sulla ricerca animale: quando l'animalismo affonda la causa

Oggi vorrei segnalare un blog e in particolare un articolo. Questo articolo:
QUANDO L’ANTIVIVISEZIONISMO (PSEUDO)SCIENTIFICO AFFONDA LA CAUSA
Visto che il tema m'interessa abbastanza per coinvolgimenti personali soprattutto passati l'ho discusso alcune volte sul blog e sui vari mediasociali. Per sapere come le penso basta leggere qui, soprattutto tra i commenti.
Ecco, scoprire un blog come Asinus Novus, che affronta il tema dal punto di vista dell'antispecismo, usando la ragione e l'argomentazione, e non i bassi impulsi e l'insulto, mi ha riconciliato un po' con quei movimenti. Riporto di seguito solo alcuni estratti dell'articolo che ho citato.


Lecito e sacrosanto opporsi alla sperimentazione animale in tutte le sue forme su basi etiche, ideologiche, ecc. Quello che invece non si dovrebbe fare è tirare in ballo la scienza a sproposito e senza averne le competenze. Chiunque abbia delle basi in materie biomediche ed un’onestà intellettuale non può illudersi (ed illudere gli altri!) di fare critica scientifica o antivivisezionismo scientifico – come dicono gli animalisti - citando come fonti libri di autori nettamente di parte, siti animalisti, filmati su youtube, articoli tratti da quotidiani, ecc. ed omettendo del tutto le fonti peer reviewed
Così si finisce soltanto per creare confusione tra scienza ed animalismo ed alimentare il solito copione che esiste già da anni e che non aiuta di certo la causa: animalisti spinti dall’emotività da una parte e scienziati saggi e razionali dall’altra. Si getta fango sul lavoro di quegli autori che si fanno un mazzo a pubblicare su riviste scientifiche quelle revisioni sistematiche o studi che mettono in discussione il dogma della predittività dei modelli animali.
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Ma credete davvero che continuando in questo modo la comunità scientifica che mette in discussione la s.a. e si dà da fare nella direzione delle metodologie avanzate possa crescere?
Pensate forse che qualcuno del settore ma anche soltanto uno studente che abbia un minimo di basi possa prendere sul serio chi va in giro per le università dicendo tra le righe “la vivisezione non serve, siete solo dei sadici ignoranti, informatevi sul libro x dell’autore y”? autore che naturalmente non ha mai pubblicato nulla e non è neppure un ricercatore.

Alcune ricorrenti argomentazioni “(pseudo)scientifiche” in voga tra gli antivivisezionisti:
1 – I 50 disastri della vivisezione.
Si tratta di una lista che ha fatto il giro di internet, tuttavia controllando le fonti – qualora presenti – si scopre che queste non sono attinenti o sono riportate in modo palesemente tendenzioso, senza contare che le più recenti risalgono agli anni 80.

2 – I farmaci ritirati dal mercato nonostante siano risultati innocui sugli animali.
E’ verissimo che i test animali non hanno evidenziato effetti tossici ma è anche vero che gli stessi effetti non sono emersi neppure dagli studi preclinici in vitro e in quelli su (migliaia di) pazienti umani nelle fasi cliniche. Che significa? che neppure i test in vitro e quelli clinici sono stati in grado di prevedere quegli effetti. Perchè?  perchè si tratta di effetti relativamente rari nell’ambito della popolazione (anche se gravissimi) e difficilmente si possono prevedere senza un approccio alla medicina personalizzata. In questo caso affibbiare la responsabilità della tossicità dei farmaci ritirati unicamente alla s.a. è quanto meno superficiale.

5 - Negare sempre e comunque l’utilità della s.a. in tutte le sue forme senza se e senza ma.
E’ una follia. Nessuno che abbia una minima base in biologia ed un po’ di sale in zucca potrebbe farlo.
Anche la produzione di anticorpi a scopo diagnostico implica (o meglio implicava, oggi per fortuna ci sono alternative)  l’utilizzo dell’animale ma chi potrebbe dire che è una pratica antiscientifica e fallace? lo stesso vale per alcuni utilizzi dell’animale, ad es. come generatori di ipotesi da testare sull’uomo, negli studi di fisiologia animale o ecotossicologia a scopi conservazionistici, nelle ricerche intraspecifiche in medicina veterinaria o quando l’animale viene utilizzato come incubatore di tessuti o virus. In questi casi si può parlare di etica e di possibilità di utilizzare delle alternative ma non di antiscientificità, fallacia, ecc. E’ un po’ allucinante anche negare che molte scoperte del passato abbiano coinvolto gli animali, negando l’evidenza. Ammettere che vi è stato il coinvolgimento degli animali e che a volte si sia giunti a dei risultati positivi, specie in passato, è onestà e non dice nulla sul potere predittivo del modello animale.

6 - I vaccini uccidono la gente, i farmaci fanno sempre e solo male, curiamoci tutti con l’omeopatia, i fiori di Bach e la dieta vegan.
Ok, posso condividere assolutamente che a volte i vaccini ed i farmaci ammalano o uccidono e che la libertà di cura debba essere un diritto. Però non è ammissibile generalizzare: ci sono persone vive anche grazie alle cure antibiotiche, all’insulina, ecc. vogliamo forse spiegare loro che i farmaci sono veleni? 
Gli animalisti dovrebbero darsi una bella regolata e ricordarsi che le argomentazioni scientifiche vanno usate con cognizione di causa e parsimonia, altrimenti si rischia di demolire tutto il lavoro di chi, all'interno della comunità scientifica, si impegna nel mettere in discussione la pratica, laddove vi siano i fondamenti ed i presupposti reali per farlo.

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