giovedì, agosto 31, 2006

Nel covo dei pirati

Oggi quello strano astro che regola le nostre vite e i nostri ritmi è tornato a mostrarsi.
Domani si parte per le vacanze verso terre in cui l'astro si fa desiderare di meno.
Ci si risente a fine mese.
Tanti saluti e tanta serenità a tutti.
Vi lascio con i versi di questa canzone:

Nel covo dei pirati c'è poco da scherzare
chi non si arruola finisce in fondo al mare.
Finanche i più convinti, finanche i più decisi
a denti stretti si sono tutti arresi.
Tu invece sei la sola che va così sicura
sul trampolino di Capitan Uncino.
Ma dimmi come fai a non aver paura
o sei incosciente oppure sai che è un sogno
che non dura!
...

Ma tu con i pirati sai già che cosa fare
è un tuo vantaggio e non ci rinunciare!

Tu già lo sai cosa fare
è come nei sogni, è come nelle avventure
ma il principe azzurro stavolta forse non viene
e contro i pirati dovrai lottare davvero!

Ma oramai già lo sai dai pirati cosa ti puoi aspettare!
Ti potranno insultare, minacciare, in fondo è il loro mestiere!
Ti faranno i versi, le boccacce, ti faranno le facce scure!
E' per questo che si allenano davanti allo specchio
quasi tutte le sere!
Ma lo fanno per cercare di vincere le loro stesse paure!
Oramai già lo sai dai pirati cosa ti puoi aspettare!
Ma è proprio questo il tuo vantaggio e non ci rinunciare!
Oramai già lo sai dai pirati cosa ti puoi aspettare!

mercoledì, agosto 30, 2006

Ripetizioni

Ci andava in estate chi veniva rimandato a settembre, sperando di essere promosso agli esami di riparazione.
Anch'io oggi vado oggi alla mia ripetizione estiva, ammesso che la stagione presente possa essere chiamata estate, sperando di essere promosso all'esame di riparazione di settembre, tra due settimane, quando mi troverò a Lipari.

martedì, agosto 29, 2006

Segreteria telefonica

Si torna a casa dopo una giornata di lavoro e qualche compera. Il led rosso della segreteria lampeggia. Sarà di nuovo quella rompipalle che ci sta perseguitando da un mese? Speriamo di no!
Primo messaggio: pubblicità: si cancella.
Secondo messaggio: la voce appartiene alla persona che potrebbe darti la notizia che ti fa cambiare di nuovo vita e il momento è proprio quello in cui tale notizia potrebbe arrivare. Un tonfo al cuore, il respiro si fa più profondo, i muscoli e le corde vocali si paralizzano, le gambe diventano pesanti.
"Potrebbe richiamarmi al numero ....". Il numero, bofonchiato in una lingua straniera, è quasi incomprensibile. Lo riascolti quattro volte. Lo componi, sbagli numero, lo ricomponi, non risponde nessuno: è troppo tardi, sono andati a casa. Controlli il cellulare rimasto in macchina: nessuna chiamata. Ti precipiti con la persona che ami nel luogo dove potrbbero darti qualche informazione.
"Non c'è da preoccuparsi, deve essere un errore, questa combinazione non capita quasi mai: dobbiamo ripetere."
È un promemoria che qualcuno ti manda per farti sapere che è sempre lì in agguato.

lunedì, agosto 28, 2006

Festa, Passionnaru e sagra

sarrapopulu

passionnaru
La meta erano le colline della Sabina con annessa festa a base di pane e pomodoro, grigliata di pecora, porchetta, dolci e cocomero accanto a una sorgente sulle montagne del mio paese natio con parenti e amici per festeggiare il mio compleanno. E' stata proprio molto piacevole.
Eravamo più di 70 e la manifestazione di affetto, calore e amicizia nei miei confronti è stata proprio commovente. Sono riuscito però a trattenere le lacrime ;-)
La sera della festa è stata prolungata dalla Sagra delle Sagne. Sagne sarebbe il nome dialettale per le fettuccine all'uovo impastate, stese e tagliate a mano condite con un sugo con rigaglie di pollo. Il clima era quello della mia amata estate italiana.
Nel regalo era anche prevista una settimana solo con genitori e amici.
Sono venuti anche due amici dalla Germania. Sono rimasti stupeffatti dall'estrema lentezza con cui dovevamo spostarci da un posto all'altro del paese dovuta al fatto che la quasi totalità dei miei concittadini volesse salutarmi ed avere notizie. Tra l'altro ho notato quanto il mio atteggiamento nei confronti di queste manifestazioni sia cambiato: in passato mi lasciavano abbastanza indifferente - forse nell'adolescenza addirittura mi infastidivano - ora mi fanno molto piacere.
Il giorno precedente eravamo stati a visitare l'ulivo più grande d'Europa. Una meraviglia! Sembra che si aggiri intorno ai 2000 anni di età e che nei tempi migliori producesse circa 12 quintali di olive.
Il resto del soggiorno è trascorso tra colazioni con pizza e fichi, cene, e passeggiate tra i miei monti.

giovedì, agosto 17, 2006

Viaggio verso l'ignoto

Oggi si parte per un viaggio-regalo di alcuni giorni con destinazione ignota. Non so se da dove sarò potrò accedere il blog.
Un augurio di buona mezza estate a tutti quelli che leggono.

mercoledì, agosto 16, 2006

Villa Palagonia

La mia lettura di "Viaggio in Italia" di Goethe è arrivata a Palermo. Prima di Palermo l'artista trascorre un lungo periodo a Napoli ed uno ancora più lungo a Roma. È interessante il fatto che a Napoli Goethe si lasci contagiare dall'arte di godersi la vita propria della cultura di questa città. Anzi, va proprio alla ricerca del contagio. Verso la fine del suo soggiorno partenopeo afferma di voler trattenersi ancora un po' in quella scuola del vivere leggero e divertente per imparare ancora e liberarsi da quelle ansie del fare e dell'imparare proprie della cultura tedesca.

Per quanto riguarda Palermo mi ha incuriosito particolarmente la descrizione di Villa Palagonia. Il poeta, che venne condotto a visitare questo singolare monumento, la descrive così:
"Quanto di esorbitante dal naturale, anzi quanto di non naturale possa concepire un cervello anomalo, si collocò nel recinto e nella parte interna di essa, la quale avrebbe potuto essere delizia e fu invece nausea a quanti vi si recano. Uomini con teste di donne, donne con teste di uomini, cavalli con zampe di cani e rostri di uccelli rapaci, bestie tricipiti camuffate alla moda di Parigi, bipedi senza piedi, esseri con la bocca nella fronte e nasi all'ombelico, soldati, pulcinelli, turchi, spagnuoli e mostri delle più stravaganti forme; e con essi nani, gobbi, sbilenchi, sciancati, figuracce orride per composizioni non mai sognate, per atteggiamenti sinistramente contorti, per ininfrenabili corruzioni del gusto: tutto vi venne impostato".
Gli ospiti, che consideravano gran cosa portare il viaggiatore straniero a godere di tanta arcana magnificenza, rimasero quindi estremamente delusi.
Di generazione e cultura neoclassica, Goethe provò ripugnanza per quella esasperazione del barocco e soprattutto per quelle trasgressioni dei canoni formali dell'architettura classica: "Oltre che i cornicioni delle casette circondanti il palazzo sono tanto in un senso quanto in un altro oblique confondendo ogni idea dello scolo, della linea perpendicolare, base della solidità e dell'euritmia […] quei cornicioni sono ornati d'indre, di teste di draghi, di piccoli busti, di figure di scimmie che suonano strumenti musicali e di altre stramberie con figure di divinità tra le quali quella di un Atlante che invece di un globo sorregge un barile".

Se mi capiterà di tornare a Palermo una visita a Villa Palagonia non mancherà.

lunedì, agosto 14, 2006

Radici nel Cemento - "Pappa & Ciccia"

Ho capito quale è il segreto per farli funzionare: bisogna rimanere in "Modifica Html", se si va in "Scrivi", Blogger modifica l'URL rimuovendo il docID.
Ora che ci sono riuscito lascio tutti e tre i video dell'esperimento, ché meritano. Vi ci vuole troppo per caricarli?

Radici nel Cemento - "Pappa & Ciccia"


Soft Machine - I Should Have Known


Pink floyd - Careful With That Axe Eugine
Grazie gidibao

domenica, agosto 13, 2006

Merende, marmellata e pizze


Mentre facevo colazione stamattina mi sono tornate alla mente alcune merende che facevo da bambino. A parte il classico e amatissimo pane, olio e pomodoro, c'erano spuntini come: pane, olio e vino; e pane, olio e zucchero. Questi ultimi due, scoperti a casa di miei compagni di classe. Vere e proprie merende contadine ad apporto calorico inestimabile.
Bando ai sentimentalismi! Oggi alla fine, sprezzanti delle intemperie, i nostri prodi si avventuravano alla raccolta delle more. Dopo vari tentativi fallimentari, riuscivano a trovare in prossimità dello zoo dei cespugli di rovo con una quantità di bacche sufficienti a coronare la giornata con un barattolo di ben 300 grammi di marmellata.
La giornata si concludeva poi con quattro belle pizze: pomodorini e mozzarella; cipolle e mozzarela; e pomodoro e mozzarella.

Onirismo e more

Rotolano massi da un piano superiore e finiscono la loro corsa nella mia stanza, alcune pietruzze raggiungono il mio letto. Compare un medico che pratica l'ipnosi su di me: io mi ritrovo sdraiato sul mio letto e le pietre sono scomparse; però, penso: non le vedo perché sono in stato di ipnosi, ma in realtà ci sono. Cerco di alzarmi dal letto ma non ci riesco, con sforzi sempre maggiori riesco a svegliarmi.
Il seguito è stato migliore: colazione con cappuccino e marmellata di more fatta ieri sera dall'amore mio come esperimento. Mentre facevamo la colazione, visto che c'era finalmente un bel sole dopo giorni di pioggia e visto il successo dell'esperimento, abbiamo pensato di andare alla ricerca di more selvatiche (quelle di ieri erano coltivate) per farci altra marmellata.
Ora purtroppo sembra che stia tornando il grigiore. Ho appena dato uno sguardo alle immagini dal satellite e pare che ci troviamo prorio al centro di una depressione: non se ne può più! Spero che ci lasci ancora qualche ora di sole.

giovedì, agosto 10, 2006

San Lorenzo

Ritorno al lavoro dopo quattro settimane: voja de lavora' sarteme addosso e tu pigrizia, nun m'abbandona'.

Stanotte bisognerenne andare ad osservare le stelle cadenti sdraiandosi su prati tempestati di lucciole.
Purtroppo qui attualmente il clima non consente né l'osservazione del cielo, né di sdraiarsi sui prati, né la sopravvivenza delle lucciole.

San Lorenzo, io lo so perché tanto
di stelle per l'aria tranquilla
arde e cade, perché si gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.

mercoledì, agosto 09, 2006

Rientro

crema e pinoli
Il rientro a casa dopo quattro settimane di foresta nera è stato bello. Ad attendermi c'erano un sugo alla puttanesca e una torta con crema al limone e pinoli: una delle mie preferite. Come potete vedere non ho saputo resistere: ne ho mangiata una fetta nell'attesa che si cuocesse la pasta.

martedì, agosto 08, 2006

Titisee


Breve viaggio pomeridiano al Titisee con cielo plumbeo e pioggia. Ho notato due nomi di alberghi: stella marina e Dolomiti..... mah!
Domani si torna a casa!

lunedì, agosto 07, 2006

Serenata

'Nde 'sta nottata piena de dorcezza
pare che nun esisteno dolori.
Un venticello come 'na carezza
smove le piante e fa' bacià li fiori.

Nina, si voi dormite,
sognate che ve bacio,
ch'io v'addorcisco er sogno
cantanno adacio, adacio.
L'odore de li fiori che se confonne,
cor canto mio se sperde fra le fronne.

Chissà che ber sorriso appassionato,
state facenno mo' ch'ariposate.
Chissà, luccica mia, che v'insognate?
Forse, che canta che v'ha innamorato.

Cuba e Fidel

Io sono stato a Cuba per la prima volta lo scorso anno. Ho evitato gli alberghi soggiornando nelle case dei cubani. È stato uno dei viaggi più belli che io abbia fatto. Ricordo con affetto e tenerezza molti dei cubani con cui ho avuto contatto. Non tutti: ho avuto anche qualche esperienza negativa, ma quelle non mancano mai ovunque.
Ho avuto l'impressione che i cubani possedessero ancora un tipo di innocenza preconsumistica che ormai da noi è solo un ricordo. Quell'ambiente mi ha riportato un po' alla mente l'innocenza e i valori arcaici del mondo contadino in cui ho trascorso i primi anni di vita che coincidevano con gli ultimi anni di vita di quel mondo.
In futuro forse i cubani saranno liberi.... di scegliere fra tanti prodotti nei supermercati, di scegliere tra tanti canali televisivi, di eleggersi un parlamento filo americano, di svendere le piantagioni alle multinazionali. Avranno sicuramente molte libertà che ora non hanno. A che prezzo?
Credo che attualmente il sistema sanitario cubano sia il migliore dell'America Latina, e non solo: la mortalità infantile è addirittura più bassa di quella deli Stati Uniti.
Ho pensato a questi dati mentre entravo in una farmacia cubana e mi sono detto: ma come è possibile. Eppure sembra che i dati siano questi.

Pane burro e .... philadelphia

Il signore con cui condivido il tavolo a mensa ha dei problemi di insonnia. Dice che riesce a dormire poche ore per notte. La mattina fa colazione con pane burro e marmellata e quattro o cinque tazze di caffè tedesco ognuna accompagnata dagli usuali 10g di panna. Ora è noto che il caffè alla tedesca contiene più caffeina dell'espresso. Inoltre, come quantità, una caffè tedesco equivale ad almeno 3-4 espressi.
Non basta. Quella non è l'unica fonte di sostanze eccitanti della giornata: mi ha detto che mediamente beve 6-7 tazze di caffè e 4-5 tazze di tè al giorno.
La sera mangia sempre 2-3 fette di pane, ognuna imburrata con gli usuali 25g di burro, con formaggi vari tra cui l'immancabile philadelphia: un vero inno al colesterolo.

domenica, agosto 06, 2006

Toccata e fuga a Friburgo


Viaggetto pomeridiano in treno destinazione Friburgo. Sono passato da una temperatura di mezzo autunno ad una di fine estate. Al ritorno sono tornato da Pfaff: stasera cena totalmente teutonica: salsiccia, maiale, krauti, spätzle e birra. Il pesce meritava di più.

Piumini tedeschi

C'è solo una parola per definire il piumino che qui viene usato per tutto l'anno: indecente. Sono sempre più convinto che sia una soluzione atroce.
Quando sono arrivato qui, quasi quattro settimane fa ormai, c'erano massime di 35°. Dopo due giorni di sofferenza l'ho sfilato dal lenzuolo contenitore e l'ho appeso all'appendiabiti con un biglietto con su scritto: per favore lasciatelo qui. Posso dire che con il lenzuolo che lo contiene si dorme bene.
Il famigerato piumino tedesco l'ho provato sia in inverno che in estate: in inverno ci sento freddo perché la notte mi lascia sempre scoperta qualche parte del corpo; in estate, nelle giornate più fresche, in cui vorrei essere coperto da un lenzuolo, mi fa sudare e soffrire, nelle giornate più calde, anche il solo contatto delle mie gambe con il suddetto mi fa sudare. Non capisco proprio come lo si possa usare.

sabato, agosto 05, 2006

Problema giudiziario

Un Maestro accettò di avere come studente di legge un ragazzo nullatenente, con la clausola che egli l'avrebbe pagato dopo aver vinto la sua prima causa. Poiché, dopo gli studi, lo studente non si decideva a praticare e quindi non lo pagava, il Maestro lo citò in giudizio. Lo studente, che non poteva permettersi un avvocato, decise di difendersi da solo.
Domanda: quali possono essere gli esiti della causa?

Divagazioni logico-matematico-filosofiche

La Matematica dovrebbe essere la forma di sapere più esatta e formale. Ma se si considera il teorema di Gödel e i vari paradossi logici, non so quanto la suddetta affermazione possa avere un valore assoluto.
Il teorema di Gödel si può forse esprimere in parole semplici nel seguente modo: "Gli usuali sistemi assiomatici sono incompleti, nel senso che non possono dimostrare tutte le verità esprimibili nel loro linguaggio. "
Gödel non fece altro che trarre ispirazione dalla critica della ragion pura di Kant formalizzandola in termini logico-matemetici. In qualche modo nel teorema compare anche la formalizzazione del paradosso del mentitore già noto ai filosofi greci. È stato un po' l'uovo di Colombo. La formalizzazione non è comunque banale.
Credo che esistano migliaia di libri che trattano l'argomento in molteplici salse. Un libro molto interessante che chiunque può leggere, in cui si parla anche del suddetto teorema è: "Gödel, Escher, Bach - un’Eterna Ghirlanda Brillante" di Douglas R. Hofstadter. Lo consiglio vivamente a tutti quelli a cui interessa il tema del rapporto tra arte e scienza: è "una fuga metaforica su menti e macchine nello spirito di Lewis Carroll". È un inno, un godimento dell'intelleto che si dipana in un labirinto di percorsi artistico-scientifici apparentemente distanti, ma che conducono tutti a concezioni molto simili.
Qualcuno un giorno mi ha detto, ma tutte queste somiglianze e affinità tra concetti di diverse discipline umanistiche e scientifiche saranno casuali o significheranno qualcosa di più profondo?
Forse dipenderà dal fatto che tutti questi "concetti" sono stati concepiti da menti umane e quindi in qualche modo isomorfe.
Ho un libro interessante: "Where Mathematics Comes From" scritto da uno psicologo e un linguista esperti di scienze cognitive. Rigettano il platonismo che asserirebbe che la matematica non viene creata dagli uomini, ma esiste a priori e viene da questi ultimi solo scoperta. Gli autori asseriscono invece, e il libro lo "dimostrerebbe", che quella che noi possiamo concepire è solo la matematica umana, cioè la matematica creata da i nostri cervelli; e che in teoria intelligenze diverse potrebbero concepire matematiche diverse. Affermano inoltre che la domanda se una "matematica transcendente" esista oggettivamente è indecidibile.

Italienische Reise

Sto leggendo Viaggio in Italia di Goethe. Inizialmente avevo pensato di leggerlo in tedesco e ne ho quindi comprata una copia su amazon. Quando mi è arrivato ho avuto la sorpresa che era scritto con i caratteri del vecchio alfabeto tedesco. Mi sono comunque accorto che sarebbe stato troppo difficile per me anche con l'alfabeto moderno. Ho quindi comprato la traduzione di Eugenio Zaniboni. Ogni tanto però faccio dei raffronti.
Leggendo la versione italiana ho trovato spesso l'espressione: grazie agli dei; e mi sono chiesto: ma come è possibile che un intellettuale usasse questa espressione alla fine del XVIII secolo? Non mi sarei meravigliato se tale espressione fosse stata usata da un personaggio di un romanzo ambientato nell'antichità greca o romana, ma mi è sembrato molto strano che Goethe potesse scrivere: grazie agli dei; così controllando sulla versione originale ho visto che l'espressione era in reltà: gottseidank, che si dovrebbe tradurre con "grazie a dio". Mi sono quindi chiesto perché il traduttore avvesse optato per questa strana scelta. L'unica risposta che ho trovato è che forse "grazie a dio" in italiano implica un certo rapporto con la religione che non è implicato dal tedesco gottseidank. Forse però avrebbe potuto usare "grazie al cielo".

venerdì, agosto 04, 2006

Il lavoro nobilita l'uomo?

In questi quattro settimane di soggiorno nella Foresta Nera sono giunto alla conclusione che vivere senza lavorare, dedicandosi solo alle attività che di solito si fanno nel poco tempo libero a disposizione - nel mio caso: suonare, leggere, ascoltare musica, praticare attività fisica, cucinare - sia molto piacevole.
Bella scoperta! Mi direte. Eppure è facile lasciarsi travolgere dal vortice del vivere solo in funzione del lavoro.

Gastropatia nella Foresta Nera ;-)

La godereccia cena di ieri mi ha condotto ad una serata di problemi di stomaco. Non credo dovuti alla qualità degli ingredienti, bensì al fatto di aver un po' esagerato con le salse, i grassi e il vino: ormai non me lo posso permettere più.

giovedì, agosto 03, 2006

Gastronomia nella Foresta Nera


Stasera ho provato per la seconda volta il ristorante Pfaff e ho deciso che è il migliore che io abbia trovato in 7 anni di Germania per questa categoria di prezzi. Il migliore in assoluto è stato il Copenhagen di Mannheim; però credo che adesso abbia chiuso, e comunque lì si viaggia(va) su tutta un'altra categoria di prezzi.
Il ristorante Pfaff (Triberg im Schwarzwald - Hauptstrasse 85) offre piatti tradizionali tedeschi ma interpretati con un gusto ed una raffinatezza che non avevo mai trovato in Germania. Persino il pesce viene cucinato con grazia, evitando quelle salse pesanti e ammazza-sapori così amate dai palati nordici.
La trota della volta scorsa e la sogliola di oggi mi hanno fatto godere. Il servizio inoltre è stato molto attento lasciandomi spazio nella personalizzazione del piatto secondo le mie esigenze mediche e i miei gusti. Sia la trota che la sogliola erano accompagnate da verdurine, patate duchessa e un salsa di burro, riesling e pan grattato. Le verdure non erano le solite verdure lesse che si trovano qui: solitamente o totalmente insipide, oppure soffocate di aceto. Erano bensì gustosamente condite con una salsa delicata e qualche cubettino di speck. Le patate duchessa (herzogin kartoffeln) erano fantastiche, tanto da indurmi ad ordinarne una seconda porzione. Anche la salsa al riesling era di tutto rispetto: ne ho gustati addirittura un paio di cucchiaini allo stato puro. La sogliola era poi ricoperta da una deliziosa e croccante crosta di pangrattato.
Il tutto accompagnato da un quartino di profumato Riesling del Baden. Spesa totale 18€ più la dovuta mancia.
Dettaglio da non trascurare la tavola imbandita con tovaglia, tovaglioli, posate e bicchieri appropriati: fatto non scontato da queste parti.
Unica nota stonata: i fumatori. Purtroppo in Germania la legge consente ancora di fumare in alcuni locali pubblici, tra cui i ristoranti. Fortunatamente stasera i fumatori erano solo due: i due genitori di una famigliola greca. Trovo l'abitudine di fumare nei luoghi pubblici di una maleducazione unica. Indipendentemente dal fatto che le leggi lo consentano. Non capisco perché io debba sopportare le puzze emesse volontariamente da un'altra persona e che tra l'altro sono pure nocive. Lo vedo un po' come se qualcuno cominciasse a scoreggiare in un ristorante sostenendo che non c'è nessuna legge che lo vieta, quindi se tu non vuoi sentire le sue puzze te ne dovresti stare a casa. No, sei tu che devi stare a casa se vuoi emettere le tue puzze. Almeno poi quelle naturali non sono nocive.

Considerazioni cotronee personalizzate sul rapporto italo-tedesco

La relazione tedeschi-italiani è una lunghissima relazione di amore-odio. A partireda quando noi eravamo caput mundi e loro erano i barbari e alcuni combattevano per l'impero altri contro, attraversando la fase in cui l'impero erano loro e ci dominavano ma eravamo quasi un'unica nazione, fino alle vicende più recenti.
Nel '700, come Goethe, molti intellettuali tedeschi, innamorati dell'Italia, intrapresero viaggi nella nostra penisola e influenzarono il loro popolo con diari e libri.
Nel Novecento i tedeschi sono stati nemici nella prima guerra mondiale. Hanno perso la guerra, e sono stati umiliati dalle sanzioni. Non sono riusciti a riprendersi, e hanno cercato un'altra forma di volontà di potenza, che ci ha riguardato da vicino con quel perverso rapporto che legherà Hitler a Mussolini per troppi anni. Perverso rapporto perché noi italiani, che abbiamo tristemente inventato il modello totalitario, con l'invenzione del fascismo, siamo stati capaci di regalarlo, almeno come modello di base, sia a Hitler che a Franco in Spagna. La Germania e l'Italia pensavano di avviarsi a un futuro radioso. I tedeschi ci erano vicini. Solo che poi le cose si capovolsero.
Vicini anche nel secolo precedente ci erano davvero stati. L'Italia era il paese del sogno culturale di ogni tedesco, il sogno della classicità. I tedeschi hanno passato anni a conoscere l'Italia attraverso i loro autori prediletti. Cominciando da Goethe. Poi sarà la volta dell'Italia co-belligerante delle truppe americane dopo l'8 settembre (cosa che a volte ci rinfacciano), e l'arrivo dei tedeschi in territorio italiano. La liberazione dai nazifascisti diventa la priorità per tornare un paese libero.
Se si scrivesse una storia della percezione popolare della Germania per gli italiani si dovrebbe partire da qui. L'occupazione tedesca in quei due anni ha fatto dimenticare agli italiani che i tedeschi hanno tutti la poesia europea. Ci hanno fatto dimenticare che loro ci hanno spiegato l'arte classica in un modo geniale. E anche la nostra di arte, e la nostra di poesia. Hanno provvidenzialmente perso anche la seconda di guerra. Generando danni immensi nella coscienza dell'umanità e nella loro di coscienza. Danni che ancora oggi non sanno quantificare del tutto. Poi è servito quel che è servito, negli anni del dopoguerra, il metodico lavoro per convincere i diffidenti italiani che la Germania era paese accogliente.
C'è un dopoguerra italiano-tedesco dell'emigrazione che meriterebbe un capitolo a parte, e che ha rappresentato un capitolo dolente nei rapporti conflitttuali tra noi e loro. Il rapporto con la Germania poteva essere solo di due tipi, o elitario oppure conflittuale e banale. O si leggeva con passione snob Holderlin a Tubinga e si celebrava Heidegger a Friburgo, oppure si pensava che i tedeschi erano quelli là. Tutti ordine e distintivo. Non è così, ma sotto sotto ne sono convinti anche loro di questa cosa. Ridono dei nostri spaghetti, delle nostre mamme italiane, ma poi si buttano a capofitto su qualsiasi cosa di italiano che circoli per il mondo: ristoranti, arte, letteratura. La cultura tedesca guarda a quella italiana con una ammirazione e un'attenzione che non trovi da nessun'altra parte del mondo. Sapere l'italiano, tra gli intellettuali tedeschi, è un modo per distinguersi, un valore aggiunto, e ne vanno fieri. Per i tedeschi la storia è un macigno che nessuno si è industriato a spostare. Anche quando nella modernità del nuovo millennio cercano la leggerezza, finisce che ripiombano in quel lontano sogno, in quella volontà di potenza.

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La pioggia... nel pineto

Camminavo su di una strada sterrata del mio paese natale. Ad un certo punto la strada era chiusa da un fil di ferro teso tra due paletti di legno: lo scavalco. Dopo un po' passa un tir che sembra voglia travolgermi, ma si ferma un soffio prima di farlo. Il camionista scende e mi obbliga ad andare con lui in un ristorante... non so come mi devo comportare. In quel momento la sveglia mi ha trafitto i timpani, entrando dritta al centro del cervello. Non mi sarei proprio alzato: ho deciso, da domani dormo mezz'ora di più.
Ad accogliere il mio risveglio c'era una luce molto fievole e un tamburellare autunnale di pioggia.

Taci. Su le soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.
Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove su i pini
scagliosi ed irti,
piove su i mirti
divini,
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
su i ginepri folti
di coccole aulenti,
piove su i nostri volti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
t'illuse, che oggi m'illude,
o Ermione.

Odi? La pioggia cade
su la solitaria
verdura
con un crepitío che dura
e varia nell'aria
secondo le fronde
più rade, men rade.
Ascolta. Risponde
al pianto il canto
delle cicale
che il pianto australe
non impaura,
nè il ciel cinerino.
E il pino
ha un suono, e il mirto
altro suono, e il ginepro
altro ancóra, stromenti
diversi
sotto innumerevoli dita.
E immersi
noi siam nello spirto
silvestre,
d'arborea vita viventi;
e il tuo volto ebro
è molle di pioggia
come una foglia,
e le tue chiome
auliscono come
le chiare ginestre,
o creatura terrestre
che hai nome
Ermione.

mercoledì, agosto 02, 2006

Un cuscino di venti

The cloud of eiderdown draws around me
softening the sound
Sleepy time when I lie with my love by my side
And she's breathing low, and the candle dies

Bosco e cascate


Il laghetto non era niente di speciale: una pozza artificiale di un centinaio di metri di diametro con la terrazza di un ristorante che vi si affaccia e un parco giochi per bambini.
Il laghetto è stata però solo la conclusione della mia passeggiata. Ho preso un sentiero che risale le cascate. In effetti queste cascate sono alte. Una volta arrivato alla sommità ho letto che sono alte circa 160 metri. Non c'è però un salto netto ad angolo retto, ma sono costituite da un'alternarsi di piccole cascate e brevi percorsi semipianeggianti. Le piccole cascate non superano mai i dieci metri.
È stato molto piacevole attraversare questo sentiero completamente deserto. Mi ha infuso un senso di libertà. Il bosco è meno uniforme di quello che sembrerebbe a prima vista; oltre ai pini, ci sono anche molti faggi. Ci sono inoltre uccelli che somigliano ai tordi e scoiattoli abbastanza abituati alla presenza umana. Uno scoiattolo mi si è avvicinato a poco più di un metro di distanza. Evidentemente viene spesso alimentato dai turisti.
Nel bosco ci sono vari cartelli che forniscono spiegazioni relative a flora, fauna, storia, geologia. Ho trovato particolarmente interessante uno di questi cartelli, in quanto emblematico della differenza culturale tedesca. Parlava degli alberi morti spiegando che costituiscono l'habitat per una particolare flora e fauna, le quali alla fine fanno rientrare l'albero nel continuo processo di trasformazione dell'ecosistema. Concludeva dicendo che quindi, vedendo un bosco con degli alberi morti, non bisogna pensare che questo sia un bosco sporco e disordinato perché tutto rientra nei cicli della natura.
Sui cartelli e gli avvisi tedeschi bisognerebbe scrivere un libro. I più amati sono quelli di negazione di responsabilità: nessuna responsabilità per il guardaroba; questo sentiero non viene pulito dalla neve e dal ghiaccio, se lo attraversate vi assumete tutte le responsabilità; e così via.
L'albero che muore mi ha anche riportato alla mente in libro di Terzani: "La fine è il mio inizio" e mi ha suscitato un po' di pensieri esistenziali.

ECHOES

Overhead the albatros hangs motionless upon the air
And deep beneath the rolling waves
In labyrinths of coral caves
The echo of a distant time comes billowing across the sand
And everything is green, the sun beneath
And no one showed us to the land
And no one knows the wheres or the whys
But something stares and something tries
And starts to climb towards the land

Riflessioni teutoniche mondiali

Oggi la giornata e un po' grigia, ma meno uggiosa di ieri: c'e qualche sprazzo di sole.
Qui nelle lande nordiche i postumi della sconfitta ai mondiali non sono ancora passati, ma passeranno presto.
Certo la semifinale vista nella pizzeria-gelateria italiana mi rimarrà per sempre impressa nella memoria. Che goduria non potete immaginare. Ero con un gruppo di altri 5 amici italiani a vedere la partita. Di solito quella pizzeria, per le partite è piena di Italiani, ma stavolta era piena di tedeschi. C'era qualche altro italiano, ma noi eravamo gli unici ad urlare.
È stata una grande soddisfazione, anche perche loro erano proprio insopportabili: erano sicuri di vincere il mondiale gia dalla prima partita. Una della canzoni piu in voga in quel momento diceva: '54, '74, '90, 2006 und wir stimmen alle ein mit dem Herz in der Hand und der Leidenschaft im Bein, werden wir weltmeister sein. Si sono buttati la iettatura da soli....
Il mio collega di stanza era totalmente impazzito. Ogni tanto mi chiedeva di mettere quella canzone (il mio PC e l'unico con le casse). Dopo la sconfitta e arrivato con la bandiera. Mi ha fatto gli auguri e ha detto: comunque continuo ad essere orgoglioso della mia nazionale e quindi metto qui la bandiera, e l'ha appesa allo scaffale. Mi ha detto che il giorno prima allo stadio cantavano cose tipo: Ihr seid nur Pizzaliferant. Infatti gliene abbiamo distribuite due belle belle. Gli ho detto se volete prenotarne qualcun'altra per il 2010, accomodatevi;-)
Poi tutte queste polemiche su Frings, Materazzi, le battutine stronze, la Mafia im Finale della Zeit. Si sono comportati veramente male nei nostri confronti e hanno dimostrato di non saper perdere. Questo comportamento mi ha veramente stancato.
Ho sentito fino alla nausea la storia che hanno perso per colpa della stampa italiana che ha montato ad arte il caso Frings e di conseguenza si autoattribuiscono il titolo come squadra piu forte e piu simpatica. Prima di tutto dovrebbero prendersela con la Fifa e non con la stampa italiana, perche e stata la Fifa che ha deciso la squalifica; e poi chi e Frings? Nemmeno fosse Maradona, Zidan o Pele. Poi dicono che sono gli italiani che quando perdono trovano sempre delle scuse e dei capri espiatori. Anche della storia di Zidane e stato fatto un abuso. Quando Totti sputo al danese agli europei del 2004, nessuno, neppure gli italiani si domandarono: ma che offesa avra ricevuto? Totti fu giustamente condannato da tutti. Ora invece con Zidane no: per la prima volta si punisce anche chi subisce la violenza fisica in quanto provocatore.
Il giorno della finale per il terzo posto discutevo con un amico tedesco dei comportamenti discutibili della stampa tedesca nei confronti degli italiani e gli ho citato il fatto che Die Zeit aveva pubblicato questo articolo "satirico" dal titolo: Mafia im Finale. Egli ha risposto che per loro la mafia e una cosa lontana e quindi non gli sembra offensiva. Poi mi sono chiesto: fare satira usando il tema Mafia e Italia non e allo stesso livello che fare satira usando il tema Nazismo e Germania? L'equivalente dell'articolo pubblicato da Die Zeit non sarebbe un po' come se Repubblica o Il Corriere della Sera avessero pubblicato un articolo "satirico" con il titolo "Nazisti nella Finale per il terzo posto"? Non penso che i tedeschi avrebbero accettato la satira cosi di buon grado.
Senza generalizzare, perché ho degli amici intelligenti che non si sono lasciati coinvolgere, credo di aver imparato un nuovo aspetto della cultura tedesca. Oltre all'umorismo da quinta elementare che conoscevo gia, sembrano avere anche una tendenza a non accettare le sconfitte. È strano, perché individualmente non mi sembrano cosí, ma quando tocchi certi aspetti relativi alla Germania si trasformano. Soprattutto, credo che nella cultura tedesca ci sia una forte carenza di autoironia. Caratteristica che, con le dovute eccezioni, sembra non mancare nella cultura italiana. Basti considerare che la canzone culto dei mondiali è stata: una squadra fortissimi.

martedì, agosto 01, 2006